Nuove possibililità di trattamento in ortodonzia: le microviti
Il titanio delle microviti, in particolare il suo composto biossido di titanio, ha la capacità di ‘osteointegrarsi’, vale a dire di essere inglobato dall’osso senza essere rigettato. Le cellule rigenerative dell’osso (osteoblasti) infatti non riconoscono il titanio come materiale estraneo e crescono e proliferano sulle sue superfici metalliche.
Questa proprietà viene sfruttata per costruire protesi ossee (protesi all’anca) e impianti dentari.
La prima applicazione odontoiatrica, vale a dire il primo impianto dentale su essere umano, fu eseguita nel 1978. L’implantologia si è poi rapidamente diffusa in tutto il mondo, è ufficialmente uscita dalla pratica sperimentale negli anni 90 ed è da quasi 2 decenni un pilastro delle pratiche odontoiatriche protesiche.
Da qualche anno a questa parte il titanio viene utilizzato anche in ortodonzia. Sono state introdotte sul mercato le cosiddette microviti (o miniviti).
Le microviti sono piccole viti in titanio che possono essere utilizzate ‘ a termine’, vale a dire per periodi limitati per poi essere rimosse. Il titanio che le costituisce è di qualità differente da quello usato per gli impianti, e quindi l’integrazione all’osso è solo parziale.
Le microviti possono costituire eccezionali ‘ancoraggi scheletrici’ per movimenti dentali complessi. Possono essere il punto di appoggio necessario per arretrare od avanzare singoli elementi o gruppi di denti per poi poter eseguire impianti in spazi corretti. Possono essere utilizzate per estrudere denti del giudizio in modo da facilitarne l’estrazione o denti fratturati sotto la gengiva per poter permetterne la ricostruzione. E possono spesso sostituire o rendere più veloci ed efficaci movimenti ortodontici ‘tradizionali’.
Tutti questi movimenti in precedenza potevano essere effettuati solo ed esclusivamente ancorandosi a denti o gruppi di denti con apparecchi fissi (piastrine); a parte il problema estetico connesso con i dispositivi fissi, il rischio che si correva era di spostare inavvertitamente i denti sui quali si costruiva l’ancoraggio, complicando o rendendo fallimentare l’intervento in questione.
Dopo aver eseguito un piccola radiografia di controllo e una leggerissima anestesia superficiale, le microviti si inseriscono in pochi secondi nelle cosiddette’ safe zones‘, vale a dire zone dove si è certi non si trovino nervi o vasi sanguigni danneggiabili dall’inserimento. Si possono utilizzare immediatamente e dopo 6-8 mesi sono facilmente rimovibili.
Possiamo dire pertanto che l’ancoraggio scheletrico tramite microviti ci permette di eseguire manovre ortodontiche prima impossibili, più complesse o meno estetiche.